Petrosino, imputati per danneggiamento, lesioni, incendio: la richiesta del Pubblico Ministero

Redazione
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Petrosino, sono quattro gli imputati per i reati di danneggiamento, lesioni, incendio: in concorso tra di loro, (B.T., S.P.M., B.G., R.A., difesi di fiducia rispettivamente dagli avvocati Pietro Marino, Ignazia Rallo, Giacomo Frazzitta e Aurelio Lombardo) avrebbero aggredito verbalmente C.A. minacciandolo e pronunciando frasi come figlio di putt*, sei corn* e tua madre è tro*, ti puliziamo, ti levamo di nnu mezzo.
Gli stessi, dopo aver sfondato la porta di ingresso dell'abitazione della vittima, vi si sarebbero introdotti contro la sua volontà, commettendo violenza sulle cose.
Altresì avrebbero reso inservibile l'autovettura di C.A. infrangendone il parabrezza con una grossa pietra e dandola alle fiamme.
Durante il corso dell'esame degli imputati, S.P.M. riferiva che mentre girava col motore insieme a R.A. nel cortile interno delle palazzine, a un tratto vide C.A. affacciato dal balcone del secondo piano della sua abitazione inveirgli verbalmente non riuscendo a distinguere le parole, e lanciargli un vaso in terracotta, senza colpirli.
S.P.M., cercando di capire il motivo del gesto (C.A. invitava i soggetti a desistere dall'impennare i loro motori, in quanto il proprio figlio è autistico e il rumore produce un effetto negativo sulla salute, n.d.A) si avvicinava all'entrata dello stabile dove, a detta dell'imputato, trovava  C.A. puntargli contro un fucile subacqueo minacciandolo di andar via.
C.A. avrebbe, a suo dire, inferto un colpo con il fucile tra collo e nuca dell'imputato. Per questo fatto, l'imputato veniva condotto in ambulanza al nosocomio marsalese e altresì denunciava C.A.
Tuttavia, in un altro procedimento a carico di C.A. per questi ultimi fatti enunciati, lo stesso veniva assolto perché il fatto non sussiste.

Oggi, nell'udienza del 19 giugno, celebrata al Tribunale di Marsala in composizione monocratica, presieduto dal giudice Francesca Maniscalchi, c'è stata la requisitoria del Pubblico Ministero Ignazia Uttoveggio e le arringhe dei legali difensori degli imputati.
Dopo aver ricostruito i fatti, il Pubblico Ministero ha avanzato richiesta di condanna per tutti gli imputati alla pena di anni 1 e mesi 3 per i reati di violazione di domicilio, incendio, danneggiamento a seguito dell'incendio e minacce.
Con riferimento all'articolo 635 del Codice Penale, ha chiesto l'assoluzione degli imputati perchè il fatto non sussiste considerato che, asserisce il Pubblico Ministero, non vi è nessun legame tra le minacce rivolte alla persona offesa e il successivo danneggiamento dell'autovettura.

Alle conclusioni rappresentate dal P.M. si associa l'avvocato di parte civile Antonino Zichittella.

Per l'avv. Di Girolamo (in sostituzione dell'avv. Ignazia Rallo), è stato un caso fortuito che il proprio assistito S.P.M. non sia stato colpito dal vaso lanciato dalla persona offesa e, non capendo il motivo per cui avesse agito in tal modo, saliva sul pianerottolo dove trovava l'odierna persona offesa a puntargli un fucile subacqueo e, con l'intento di allontanarlo gli sferrava un colpo sulla nuca proprio mentre, a detta dell'avvocato, stava andando via. Ribadisce ancora una volta l'avvocato, che l'imputato perdeva i sensi e veniva condotto in ambulanza al nosocomio marsalese, e per tal ragione è stata prodotta documentazione riguardante il decreto di citazione in giudizio dell'odierna persona offesa e corroborata dalla documentazione medica allegata alla querela e dalla testimonianza del teste di P.G. Signorino che riferiva che i soggetti rimasti feriti erano S.P.M. e B.T.
Inoltre, continua l'avvocato, il suo assistito non si trovava suoi luoghi al momento dell'incendio dell'autovettura ma altre persone, e per tali ragioni l'avvocato chiede l'assoluzione dell'imputato perchè il fatto non sussiste.

Per l'avv. Lombardo il proprio assistito R.A. è estraneo ai fatti e pertanto dovrebbe essere prosciolto per non aver commesso il fatto dato che, durante il corso del dibattimento, non è emersa alcuna responsabilità a suo carico e che non c'è prova che abbia conferito le frasi ingiuriose e minacciose rivolte alla persona offesa e per gli altri reati contestati.

L'avvocato Marino, legale di fiducia di B.T., e in sostituzione dell'avv. Frazzitta per l'imputato B.G., giudica complicato riuscire a trovare il bandolo della matassa, non tanto per la complessità dei fatti da non riuscire a risalire a una chiara lettura, ma quanto per riuscire a dare un metro di attendibilità a quelle che sono le dichiarazioni rese dalle parti.
Per l'avvocato, quella giornata, la persona offesa avrebbe riconosciuto solo i quattro soggetti imputati e avrebbe sottaciuto un dettaglio passato in sordina, ossia che il vaso è stato lanciato dal primo piano della propria abitazione, e non caduto o spostato e accidentalmente caduto in basso.
I propri assistiti, continua l'avvocato, non vengono citati nel corso del dibattimento fin quando la persona offesa non parla di minacce e danneggiamenti, uno spacca il vetro, l'altro incendia la macchina.
Ed è il momento in cui, asserisce l'avvocato, mentre la persona offesa affermava che i soggetti erano quattro, la moglie asseriva che erano circa trenta persone, visto il trambusto che si era venuto a creare, ma delle circa trenta persone, continua l'avvocato, non ne riconosce nessuna.
Per la mancanza di riscontri, ha chiesto l'assoluzione degli assistiti per non aver aver commesso il fatto e in via subordinata per insufficienza di prove.

La prossima udienza, dove ci sarà spazio per le repliche, è stata fissata per il prossimo 11 luglio.

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