Messina Denaro, altro rinvio della sentenza del processo a carico del dott. Alfonso Tumbarello

Redazione
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Rinviata la lettura del dispositivo di sentenza del processo a carico del dott. Alfonso Tumbarello, il medico arrestato il 7 febbraio 2023 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico per aver rilasciato 137 richieste e prescrizioni mediche ad Andrea Bonafede sotto la cui identità si celava l'allora boss latitante Matteo Messina Denaro.

Durante il corso dell'odierna udienza del 7 maggio, celebrata nell'aula Borsellino del Tribunale di Marsala davanti al Collegio presieduto dal Presidente Vito Marcello Saladino, è stata data lettura di un'ordinanza secondo la quale al Tribunale di Marsala appare necessario disporre un approfondimento peritale di natura medico-legale, nonché in materia informatica per alcuni temi di indagine tecnica.
I periti dott. Francesco Ventura e dott. Andrea Chiariso dovranno, con riferimento al certificato rinvenuto nella memoria del computer in uso all'imputato avente data 7 luglio 2021 denominato il certificato accesso impianti sportivi centri estivi, e con riferimento agli ulteriori certificati anche se denominati in maniera parzialmente diversa, se possa affermarsi gli stessi siano stati stampati, o altrimenti condivisi con modalità elettronica;
se possa affermarsi come valida la tesi sostenuta dalla pubblica accusa e cioè l'emissione in data 7 luglio alle ore 10:08, successivamente all'emissione del certificato di accesso all'ospedale di pari data alle ore 10:07, o se viceversa, possa ritenersi fondata la ricostruzione alternativa della difesa con il ct Reale riguardo la sua creazione accidentale;
se siano state operate dall'imputato due cancellazioni aventi data 10 aprile 2021 in riferimento ad altrettanti prescrizioni concernenti il paziente Bonafede Andrea;
accertare se il software informatico consente di distinguere le prescrizioni effettuate dal dott. Tumbarello da quelle operate da altri medici inserite in memoria.

Il dott. Alfonso Tumbarello è assistito dagli avvocato Gioacchino Sbacchi e Vincenzo Pantaleo; la pubblica accusa in giudizio è rappresentata dal Pubblico Ministero della D.D.A. Gianluca De Leo che aveva avanzato richiesta di condanna alla pena di anni 18.
Parti civili costituite sono l’associazione Antiracket e Antiusura di Trapani, entrambi rappresentati dall’avvocato Giuseppe Novara; l'associazione Antonino Caponnetto rappresentata dagli avvocati Alfredo Galasso e Mariella Martinciglio; i comuni di Campobello di Mazara -legale Katya Ziletti- e di Castelvetrano -legale Francesco Vasile; per la prima volta contro un proprio iscritto, l’Ordine dei medici di Trapani.

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