
La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto profondo e duraturo sulla salute mentale dei giovani a livello globale, tant'è che si può parlare di una vera e propria crisi della salute mentale tra i giovanissimi. I principali cambiamenti e fenomeni osservati sono:
Incremento significativo di ansia e depressione: diversi studi e rapporti (anche dell'ISTAT) hanno evidenziato un notevole aumento dei sintomi di ansia e depressione tra adolescenti e giovani adulti. Già nel 2021, un adolescente su 4 in Italia (e nel mondo) mostrava sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d'ansia, con un raddoppio rispetto ai dati pre-pandemici.
Le fasce più colpite sono i ragazzi più grandi (14-19 anni) che sembrano aver risentito maggiormente delle restrizioni, della didattica a distanza e dell'isolamento sociale.
Disturbi del comportamento alimentare (DCA): c'è stata un'esplosione dei DCA, con un aumento significativo delle richieste di aiuto. L'età media di insorgenza si è abbassata, passando dai 15 ai 13 anni.
Autolesionismo e ideazione suicidaria: gli accessi ai Pronto Soccorso per disturbi psichiatrici sono aumentati in modo considerevole, in particolare per tentativi di suicidio e autolesionismo, con un incremento di circa il 30% secondo alcuni dati.
L'ideazione suicidaria ha registrato un aumento del 147% degli accessi in alcune strutture.
Difficoltà nelle relazioni sociali e solitudine: le restrizioni e la didattica a distanza hanno interrotto le normali routine sociali, portando a un profondo senso di solitudine e demoralizzazione. Molti giovani hanno percepito di non avere connessioni sociali significative, anche quando circondati da altri, sviluppando ansia sociale e tendenza all'evitamento.
In Sicilia, rilevazioni hanno mostrato che il 50,5% degli alunni delle scuole secondarie ha iniziato a frequentare meno amici.
Uso problematico dei social media e dipendenza digitale: la pandemia ha accelerato l'uso dei dispositivi digitali e dei social media, e con esso sono aumentati i casi di uso problematico e dipendenza. L'ISS ha rilevato un aumento della sedentarietà, dell'obesità e dell'uso problematico dei social media tra gli adolescenti italiani.
Peggioramento della percezione del benessere: la percentuale di ragazzi che si reputano in buona salute è sensibilmente calata.
Nel 2021, la quota di giovani (14-19 anni) soddisfatti sia del tempo libero che delle relazioni amicali è scesa drasticamente.
Fattori di rischio e cronicizzazione: il peggioramento delle condizioni di salute mentale dei minori emerso con la pandemia rischia di cronicizzarsi se non adeguatamente affrontato.
Le disparità sociali e territoriali nell'accesso alle cure hanno accentuato il problema, con le famiglie più fragili e le aree con meno servizi che ne risentono maggiormente.
È necessario che il disagio nei ragazzi venga intuito, percepito, affinché si possa intervenire con strumenti più adeguati che includono maggiore accesso ai servizi di salute mentale, In Italia ci sono ancora pochi psicologi pubblici rispetto al fabbisogno (circa 3,3 ogni 100mila abitanti); programmi di supporto scolastico, la scuola ha un ruolo chiave nell'identificazione precoce dei disagi; supporto alle famiglie, anche i genitori hanno bisogno di aiuto e supporto per affrontare queste nuove sfide; strategie di prevenzione, promuovere il benessere psicologico fin dall'infanzia e adolescenza.
É innegabile che la pandemia ha agito come un acceleratore e un amplificatore di problematiche preesistenti, portando a un'urgenza senza precedenti nel campo della salute mentale giovanile. La sfida ora è garantire un supporto adeguato e tempestivo per aiutare questa generazione post-pandemia a superare le conseguenze di un periodo così complesso per costruire percorsi di ripresa dalle sfide a cui quotidianamente siamo sottoposti.
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